FLORANell'area interessata dal cammino "A piedi con Benedetto", come nel resto del Lazio e più in generale nell'Italia centrale, si incontrano il clima temperato e il clima mediterraneo. La vegetazione riflette la presenza dei due climi con boschi mesofili (che si sviluppano in condizioni ambientali medie) e boschi termofili (che crescono meglio in ambienti caldi). Oggi si possono quindi osservare i diversi stadi di rimboschimento naturale: prateria, cespuglieto, mantello, bosco. Nella zona basale e nei versanti occidentale e meridionale si pratica ancora l'agricoltura con vigneti e uliveti, ma anche colture di cereali e di prodotti ortofrutticoli. Un'indagine compiuta nel 1990 da Paolo Maria Guarrera ed Edda Lattanzi ha individuato nei Monti Prenestini l'esistenza di 953 entità vegetali per lo più spontanee, distribuite in 95 famiglie. Tra Palestrina e Castel San Pietro, si estende un bosco misto formato da alberi plurisecolari e di notevoli dimensioni: roverella, cerro, tiglio, acero e carpino bianco. Al limitare del bosco, nella parte più alta sono presenti due enormi roverelle chiamate "querce di Pierluigi da Palestrina". Si racconta che il compositore amasse frequentare l'ombra di questi giganti. All'inizio e lungo il "sentiero delle creste", che nasce dal bivio per Mentorella e Guadagnolo, tra i due versanti possiamo trovare il giusquiamo nero, una pianta molto tossica, molte Boraginacee, Primulacee e Scrophulariacee. Lasciando i Monti Prenestini e procedendo verso Est, la zona che include l'eremo di San Francesco, Bellegra, Olevano Romano e Roiate è una zona collinare circondata a ovest dai monti Prenestini, a nord dai Monti Ruffi e a est dai monti Simbruini. La vegetazione dipendedai tipi di suoli (arenaria o calcare) e dal fatto che è altamente antropizzata, il che ha causatola quasi totale scomparsa del bosco misto. Troviamo quindi ampie zone dedicate a coltivazionedi vigneti e uliveti (su terreno arenaceo). Un po' più in alto tra i tre paesi menzionatisorgono boschi di castagneti che crescono sullo stesso tipo di terreno. Ancora più in alto,dove il terreno diventa calcareo troviamo una zona più arida sprovvista di boschi e dedicataai pascoli. |
FAUNAI Monti Prenestini conservano molte specie animali pur avendo subito in passato un forte fenomeno di sfruttamento da parte dell'uomo, legato soprattutto alla coltivazione dei cereali anche a quote alte, all'uso dei pascoli e alla pratica della caccia. Per tali ragioni sono scomparsi la lontra, i grandi rapaci ed erbivori come il cervo, il capriolo, il camoscio ed il cinghiale autoctono, al quale è subentrata una specie importata. Sono invece ancora presenti il gatto selvatico, la martora, la donnola e molti rapaci come la poiana, il falco pecchiaiolo, il nibbio bruno, il gheppio, lo sparviere, il gufo comune , l'allocco e la civetta. Specie come la volpe e la faina sono riuscite ad adattarsi alle modificazione dell'ambiente introdotte dall'uomo ed il numero è andato aumentando nel tempo. Del lupo, ritenuto scomparso in quest'area, recentemente sono stati segnalati vari avvistamenti. Numerosi uccelli vivono in questi luoghi sia in forma sedentaria che migratrice, come il picchio verde, la ghiandaia, il rigogolo. L'area è anche caratterizzata dalla presenza di rapaci diurni e notturni. Tra quelli del primo gruppo figurano la poiana e il gheppio, mentre l'allocco e il barbagianni fanno parte del secondo.I corsi d'acqua, soprattutto a quote basse, un tempo habitat ideale per varie specie ittiche, attualmente risultano popolati dalla rovella, dal vairone e in rari casi dal gambero di fiume, al quale a causa dell'esigua presenza è ormai necessario garantire una tutela assoluta. Nei fossi presenti nell'area si trova la piccola salamandrina dagli occhiali, più comune è la Rana italica. Da segnalare inoltre la rana greca,la rana verde, la raganella, il rospo ed il tritone crestato.Almenootto le specie accertate di serpenti che abitano il territorio dei monti prenestini. Tra essi il biacco, la natrice e il saettone; tutti innocui tranne la vipera aspide. Di grande interesse tra gli invertebrati è la recente scoperta del carabide Duvalius rossii e dell'Oziorinco dei Prenestini. |
GLI ANIMALI A PORTATA DI ZAMPA
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OGNI PIANTA A PORTATA DI CLIC
In arrivo una sezione riguardante tutte le specie di piante (o quasi) che si possono incontrare lungo il nostro cammino.
RISPETTA LA NATURA, ACCAREZZALA QUANDO CAMMINI...NON CALPESTARLA !^^!
Clima e meteorologia
Situato a sud est della Capitale, il complesso dei Monti Prenestini si estende per circa 13.000 ettari e ricade nel territorio di numerosi comuni. Si va dai circa 350 metri s.l.m. di Genazzano, alle quote collinari di San Vito Romano, fino agli oltre 1200 mt. di Guadagnolo, con una conseguente biodiversità e variazione climatica locale ingente. I Monti Prenestini fanno parte della catena preappenninica laziale che raggruppa i Monti Lucretili a nord, i Monti Tiburtini ed i Monti Affilani ad est, i Monti Simbruini ed i Monti Ernici a sud. Il clima dei Monti Prenestini è quindi di tipo mediterraneo-temperato ma con forti variazioni locali in termini di aridità, di freschezza e umidità, legate alla particolare conformazione orografica. L'esposizione, l'altitudine, i venti, le precipitazioni, la temperatura, l'umidità, la distanza dal mare, il tipo di copertura vegetale, la presenza di bacini lacustri e di profonde forre creano una miriade di mesoclimi e microclimi. L'intera regione è interessata da un climamediterraneo temperato, con prolungamento della stagione estiva ed inverno mite, in cui le minime assolute scendono raramente al di sotto di 0°C anche nei mesi più freddi, tranne che per i paesi più in quota come Guadagnolo, dove si registrano temperature anche molto rigide in inverno con vento in quota. Nell'area prenestina le temperature massime, calcolate sulle medie annue, sono comprese tra 13°C e 22°C; le minime tra 4°C e 12°C. Le escursioni termiche hanno valori minimi nei mesi invernali, relativamente elevate nei mesi estivi e sensibili nei mesi primaverili e autunnali. L'area risente di una distribuzione non uniforme delle piogge. Il regime pluviometrico è di carattere submediterraneo appenninico, con concentrazione delle precipitazioni e forte umidità nei mesi primaverili e ancor più in quelli autunnali. Si ha un massimo nel mese di novembre, in cui cadono mediamente 150 mm di pioggia, mentre il mese meno piovoso è agosto con appena 34 mm. La densità media mensile delle precipitazioni è moderatamente elevata in tutti i mesi dell'anno. Pertanto il clima della regione prenestina può essere classificato di tipo umido con deficienza di acqua moderata in estate.
I volontari del SCN del Comune di RoiateProgetto "A piedi con Benedetto"I volontari del ServizioCivile operanti nel Comune di Roiate si impegneranno per l'anno 2017 a realizzare il progetto denominato "A piedi con Benedetto", promosso per rilanciare e rivalutare il percorso da Palestrina a Subiaco.
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Il Comune di Roiate (RM)in collaborazione con le federazioni italiane di Trekking "Federtrek" e "Sentiero Verde"Mettono a disposizione i loro mezzi e professionalità nel progetto "A piedi con Benedetto", organizzando eventi e uscite lungo i sentieri e occupandosi della cura e manutenzione dei percorsi. Promettono la massima disponibilità al continuo dell'iniziativa anche per gli anni futuri.
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