L'idea del percorso
Dai dialoghi di Papa S. Gregorio Magno, biografo della vita di San Benedetto, apprendiamo che Benedetto lascia Norcia per venire a studiare a Roma, la vita convulsa e dissoluta della città (siamo negli anni della caduta dell’impero romano) non gli si addice, e quindi lascia la sua casa in Trastevere per raggiungere Elife (Affile), accompagnato dalla sua nutrice, dove dimora nei pressi della chiesa, tuttora esistente, di San Pietro. Da qui si sposta nella valle dell’Aniene utilizzando antri e grotte per isolarsi nella sua vita eremitica (le grotte della parete sprofondante sul fiume Aniene di San Cosimato, il Sacro Speco si Subiaco, le cavità carsiche della Mentorella sui Monti Prenestini). Da qui torna più volte nella città di Roma utilizzando la via che passa per Palestrina; via che fino alla prima metà dell’800 come si legge nella Analisi storico-topografico-antiquaria della Carta de’ dintorni di Roma di Antonio Nibby (storico, archeologo e studioso di topografia) “sale per quasi 2 miglia al dorso del monte Carbonaro, dove è una croce sulla cima, ed una bella spianata; ivi dappresso è un romitorio sacro a S. Benedetto. Da questo ripiano si può con sicurezza conoscere, che Civitella e Roiate sono ambedue sopra una medesima striscia, intermedia fra quelle di Ponza ed Affile, e di Capranica e Palestrina. Da lungi discopresi Velletri, e il dorso dei monti Lepini. Dopo un miglio si scende a Roiate, e nella discesa a destra veggonsi i due coni della Serra di Cerreto, e a sinistra da lungi si distingue Paliano”.
Il Sentiero inoltre presenta in aggiunta alla valenza religiosa anche una valenza socio-economica, legata al lavoro degli uomini che nel tempo hanno abitato questo territorio, sperimentando pratiche agricole che hanno permesso alla ortofrutticoltura praticata nella media ed alta valle dell’Aniene di essere, per la città di Roma, il bacino di colture tipiche della zona. Queste arrivavano giornalmente nei mercati romani con un percorso che non è stato certamente quello attuale, ma che si avvicinava di più a quello proposto da questo cammino (spesso per non pagare le varie gabelle poste dai centri urbani attraversati saliva per colli e monti) . Partendo da questa premessa il sentiero intende valorizzare la presenza degli orti presenti nel territorio e vuole incoraggiare i coltivatori a trasformarsi in guardiani dei semi (seed saver), attraverso strumenti che aiutino ed incoraggino l’istituzione di una sorta di banca collettiva dei semi che permetta la sperimentazione e il reciproco scambio delle sementi autoctone. Inoltre sull’esempio dell’esperienza di Isabella Dalla Ragione del Giardino degli alberi perduti a San Lorenzo di Lerchi, nei pressi di Città di Castello, si potrebbero cercare lungo il percorso presenze arboree da frutto, cultivar ormai abbandonate, da segnalare e riproporre come essenze tipiche del territorio, che da questa valle si estende fino all’agro romano, dove troviamo nel VI Municipio, a Prato Fiorito, il parco tematico “dell’acqua e del vino”. Tornando al percorso questo si snoda lungo il fiume Aniene partendo dalla rupe del Monastero di San Cosimato fino ai monasteri benedettini di Subiaco, con una piccola digressione verso i Monti Ruffi, deviazione che permette di visitare i borghi di Anticoli Corrado, Rocca Canterano e Canterano. Lasciata Subiaco si raggiunge dapprima Affile, passando accanto alla chiesa di San Pietro, e poi Roiate dove nella chiesa di San Benedetto viene custodita l’impronta lasciata dal Santo sopra la roccia calcarea. Da Roiate seguendo la vecchia via per Olevano si passa per Bellegra e Pisoniano per poi salire sui Monti Caprini (propaggine dei Monti Prenestini) fino a raggiungere il panoramico Santuario della Mentorella, luogo di incommensurabile bellezza naturalistica e di notevole interesse storico religioso, anche qui si trova una grotta in cui visse per qualche tempo Benedetto. Dalla Mentorella si sale a Guadagnolo e si va verso Castel San Pietro, l’antica acropoli della romana Preneste, dove si trova un’altra chiesa dedicata all’apostolo San Pietro dove si dice sia stato Benedetto; il percorso quindi scende, attraverso le mura poligonali dell’acropoli a Palestrina (Santuario della Fortuna Primigenia) e seguendo i basoli romani della consolare prenestina raggiunge Gallicano nel Lazio. Da qui, seguendo il “Sentiero degli acquedotti” si arriva al Castello di Passerano da dove, procedendo lungo il tracciato della Via Antira (antica strada romana di collegamento tra Gabii e i Monti Prenestini) si raggiungono i resti della antica città latina di Gabii. Costeggiando il cratere del prosciugato lago di Castiglione la Via Prenestina antica ci porta al fosso dell’Osa, dove numerose necropoli hanno restituito i manufatti dei villaggi protostorici presenti nella zona. Siamo nella periferia di Roma, il paesaggio diviene particolarmente urbanizzato, da qui districandosi tra cemento, aree di verde pubblico (Parco dell’acqua e del vino a Prato fiorito) e servitù di passaggio della rete idrica cittadina si raggiungono le aree agricole della tenuta Vasselli e della Tenuta della Mistica (presenza di Archi e Ponti dell’Acquedotto Alessandrino), il Parco dei Casali di Casa Calda (Torre medievale del XIII secolo) e il Parco di Tor Tre Teste (Chiesa delle vele del Meier, Centro di Educazione Ambientale CEA). Seguendo i resti dell’Acquedotto Alessandrino si passa per il Parco Archeologico di Centocelle, Villa De Sanctis (Mausoleo di Santa Elena, catacombe dei Santi Marcellino e Pietro) sulla Via Casilina. Lasciata la via Casilina si raggiunge la Via Prenestina all’altezza del Parco Archeologico di Villa Gordiani (Mausoleo della famiglia imperiale); da qui il percorso segue la Via Prenestina ed arriva a Porta Maggiore (Colombario di Largo Preneste, Parco delle energie, Mausoleo del Torrione Prenestino, Basilica Pitagorica sotterranea di Porta Maggiore). Santa Croce in Gerusalemme, San Giovanni, Santo Stefano Rotondo ci faranno strada verso il Parco di Villa Celimontana, si scende poi alla chiesa di San Gregorio Magno e si attraversano il Circo Massimo, il Foro Boario, il Foro Olitorio, il Teatro di Marcello, il Portico d’Ottavia, l’Isola Tiberina fino a raggiungere Piazza in Piscinula, dove si trova la chiesa di San Benedetto in Piscinula costruita sopra la casa romana del Santo. |